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ASCOLI PICENO - Sono stati individuati gli autori dell’incursione avvenuta lo scorso 16 maggio nella chiesa di Sant’Angelo Magno, in località Piazzarola. Quella era stata solo l’ultima delle "visite" da parte di ignoti all’interno dell’edificio, dichiarato inagibile dopo il terremoto del 2016. A breve, comunque, dovrebbero partire i lavori di sistemazione della struttura.

Anche questa volta, come sempre accaduto in precedenza, il parroco don Beniamino Ricciotti ha sporto regolare denuncia alle forze dell’ordine. Il vescovo Gianpiero Palmieri, però, ha autorizzato il parroco a ritirarla, in quanto gli autori del raid sono dei ragazzi preadolescenti. Va sottolineato che, in questa specifica circostanza, non sono stati causati danni agli oggetti sacri né alle strutture, diversamente da quanto avvenuto in altre occasioni passate, dove le incursioni avevano spesso sfociato in atti vandalici.

Attraverso le riprese del sistema di videosorveglianza, installato a tutela dell’edificio sacro, sono state comunque acquisite le immagini dei giovani che si sono introdotti all’interno della struttura. Analizzando i filmati, i Carabinieri di Ascoli sono riusciti a risalire, oltre che al volto, anche all’identità dei soggetti interessati e, con grande sorpresa, si è scoperto trattarsi proprio di ragazzi preadolescenti.

In virtù di una serie di considerazioni, e in particolare della giovane età delle persone coinvolte, il vescovo ha quindi deciso di non procedere con la denuncia e di autorizzare il parroco a ritirarla. Al contempo, però, monsignor Gianpiero Palmieri ha chiesto a don Beniamino Ricciotti di incontrare le famiglie dei ragazzi coinvolti. L’obiettivo è che, per il bene dei giovani stessi, possano rendersi conto della gravità dell’atto compiuto. In tal modo, la spiacevole situazione potrà trasformarsi in un’occasione di crescita e di attivazione del senso di responsabilità verso il bene pubblico e altrui. Un gesto indubbiamente significativo, quello del vescovo, nella speranza che simili incursioni non si ripetano più. Va infatti ricordato che entrare in una chiesa inagibile come quella di Sant’Angelo Magno, a prescindere dal fatto che si compiano o meno atti vandalici, rappresenta di per sé un reato penalmente perseguibile.

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