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ASCOLI - È il giorno di Sant’Emidio, patrono e protettore contro i terremoti, una figura amata dagli ascolani. La festa, che affonda le radici nella devozione popolare, si rinnova ogni anno con una giornata ricca di significato, spiritualità e tradizione che coinvolge l’intera città.

Le celebrazioni si sono aperte all’alba con la tradizionale distribuzione del basilico sul sagrato del Duomo, simbolo di benedizione e protezione. Alle 6 è stata celebrata la prima delle sette messe in programma, mentre nel complesso di Sant’Ilario, di fronte al tempietto alle Grotte, ha aperto i battenti il Museo di Sant’Emidio, con visite guidate alle catacombe fino alle 23.

Molto partecipata anche la messa delle 9, dedicata a tutti coloro che portano il nome Emidio o Emidia, seguita dalla consegna degli omaggi sotto il loggiato di Palazzo Arengo. Momento centrale della mattinata è stato il solenne Pontificale delle 11 con benedizione.

Nel pomeriggio si è svolto il momento più sentito: la processione con la statua di Sant’Emidio, accompagnata dall’arcivescovo Gianpiero Palmieri e dal Coro diocesano. A portare il patrono per le vie cittadine, quest’anno, sono stati simbolicamente i giovani dei sei sestieri della Quintana, a sottolineare un forte legame tra fede e tradizione cittadina.

La giornata si è conclusa in serata con la musica e il folklore: alle 21 il concerto del Piceno Pop Chorus in piazza del Popolo, e a seguire, in piazza Arringo, balli popolari con i Piceni Pizzicati e il gruppo Triortaki. A mezzanotte, l’estrazione della tombola e lo spettacolo pirotecnico hanno chiuso un’intensa giornata che ha unito spiritualità, comunità, cultura e festa nel nome del santo che da secoli veglia sulla città.

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