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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Deve rispondere di lesioni aggravate, aggravate dai futili motivi e dall’utilizzo di arma impropria, una 36enne di San Benedetto del Tronto, accusata di aver aggredito una ragazza di 22 anni a Bergamo.
La giovane vittima è stata sorpresa mentre camminava in via Bonomelli: qui la 36enne sambenedettese le avrebbe avvolto un laccio intorno al collo con l’intento di soffocarla. La vittima, che si stava dirigendo dall’Università alla stazione, non riuscendo a gridare ha deciso di gettarsi in mezzo alla strada per attirare l’attenzione dei passanti. Il suo gesto ha funzionato. Sebbene in stato di shock, la 22enne è stata dimessa dall’ospedale Humanitas Gavazzeni con una prognosi di sette giorni.
La sambenedettese è stata arrestata. Essendo priva di un’abitazione stabile, è stata portata in carcere in attesa della perizia psichiatrica. La 36enne ha precedenti per reati come furto, ricettazione e oltraggio a pubblico ufficiale. Durante il processo per direttissima, ha dichiarato di essere sempre stata una persona solitaria e di aver commesso piccoli furti da giovane, ma ha insistito sul fatto di non essere una persona violenta.
Inoltre, la 36enne è accusata di altre due aggressioni a danno di altre donne. La prima si è verificata il 26 febbraio e la seconda solo pochi giorni prima dell’attacco alla 22enne. Le indagini si sono attivate velocemente grazie alla testimonianza di alcune persone che hanno assistito all’aggressione. Le descrizioni coincidevano: l’aggressore era una donna con capelli ramati, vestita con pantaloncini da basket. In Questura, la 22enne ha riconosciuto la donna tra le foto dei sospetti, e lo stesso hanno fatto altre due vittime di aggressioni precedenti.
In tribunale, la 36enne di San Benedetto ha spiegato di non aver avuto nulla contro la studentessa, che non conosceva, e di averla scelta come vittima a caso. Ha raccontato di essere in un periodo di grande sconforto e di sentirsi oppressa da un "sistema" che la emarginava. Ha anche accennato a una presunta relazione problematica con una giovane ricca, una terza persona non coinvolta nell’aggressione. Secondo la sua versione, il gesto di strangolare la 22enne era un modo per manifestare la sua frustrazione.
La 36enne arrestata è già stata sottoposta in passato a due Trattamenti Sanitari Obbligatori (Tso). In carcere sarà eseguita una visita psichiatrica per accertare eventuali problematiche psicologiche. Il tribunale ha nominato il dottore Massimo Biza per la perizia, che dovrà fare chiarezza sulla sua condizione mentale al momento dell’aggressione.